Chernobyl. Duga 3
Ricordo che una volta ero in Svezia per lavoro e conosco in un bar un ingegnere nucleare finlandese che mi dice che ha lavorato 40 anni in una centrale in Svezia. Ubriaco. Mi racconta che una notte vedono il livello di radiazioni salire al massimo e pensano che qualcosa non va nella loro centrale. Poi scoprono che il problema non sono affatto loro, ma un'altra centrale a centinaia di chilometri dove un ingegnere al controllo del reattore stava facendo qualche test e un override di alcuni sistemi di sicurezza di base e che alla fine questo ingegnere ha fatto una fesseria. La centrale era a Chernobyl. Poi mi dice che nella zona evacuata sta crescendo una fauna sconfinata e che forse dovremmo rivedere la nostra scienza sulle radiazioni. Quindi conclude, tra le risate e lo sguardo severo della moglie, che le svedesi non sono niente male, però questa è un'altra storia. Dimentico la parte sulle svedesi e decido che devo andare a vedere di persona. sulla strada per Prypiat c'è "il picchio rosso" Duga-3, un sistema che era in grado di captare radar a lungo raggio, chiamato così perché infastidiva con un ronzio tutte le trasmissioni radio. Sembra una grande antenna, ma in realtà serviva ad intercettare i missili dagli Stati Uniti. Si spense proprio quando il reattore di Chernobyl esplose e missili non ne sentì mai arrivare.