In the street +
Che sia una sfavillante auto americana che arriva dritta dagli anni ’50 oppure un calesse ad 1 cavallo motore, non importa, tanto entrambi avranno già fatto 1000 chilometri e non sono nemmeno le sei di sera. I taxi driver di Cuba hanno tanto da dire, passano più tempo a parlare che a guardare la strada ed alla fine sono i nostri migliori amigos, ché a chiunque fa comodo avere come amico un buon meccanico, uno che ogni giorno si aggiusta la macchina, un pezzetto alla volta, pure quelli scassati sul serio. E' solo grazie ai tassisti di Cuba ed alle loro Dodge Monaco 1974 se ogni incrocio della città di notte sembra più blues di un pezzo dei fratelli Blues. Del resto, pure qui è facile rimanere senza benzina, più complicato sarebbe usarla come scusa per non essersi presentato al proprio matrimonio, nessuna donna di Cuba si farebbe intortare così da John Belushi. Questo però è un altro film. Che poi, a guardare bene, Cuba sembra un gratta e vinci, di quelli moderni che ci sono adesso, polverina dorata su sfondi rosso e blu. Voglio dire questo: lo compri volentieri perché ti affascina, in fondo chi non vorrebbe avere tra le mani quei cartoncini luccicanti, magari a mazzetti da dieci, metterli in tasca e portare in giro quel tesoro, senza farsi scoprire dagli altri? Però la parte più bella viene dopo, quando decidi che è il momento di grattare, di andare a vedere cosa c’è dietro quella patina dorata. E vengono fuori numeri a caso e guarda caso i numeri non sono quelli che ti servono per diventare ricco, arrivi alla fine e scopri che non lo sono mai. Resta la consolazione che giocare è stato bello, rischiare ne è valsa la pena, immaginare quello che potevamo essere è stato eccitante. Vivere un equivoco, di questo si è trattato, a Cuba di questo si tratta.