Ultrabanale
Mi piace la strada perché ogni volta cambia, anche se assomiglia sempre a sé stessa e in questo senso è “banale”. La strada è un luogo fisico che puoi trovare ovunque, ma ogni strada sarà diversa dalle altre, perché è diversa la vita che in quel momento sta passando da lì e infatti tutte le volte riesce a farmi immaginare una storia nuova, a suggerirmi il suo punto di vista originale, in qualche modo a restituirmi bellezza. Credo che la bellezza sia nei dettagli e quindi inesorabilmente negli errori. Tutti noi siamo sempre portati a separare ciò che è bello da ciò che è sbagliato e decidiamo quello che ci piace, che poi è quello che conosciamo, che sappiamo spiegare meglio, con maggiore precisione.Quindi lo separiamo dal resto, dal banale, dall’ordinario, cioè da quello che contiene errori e forse non ci piace che gli errori facciano parte del nostro mondo personale. Io però non voglio un presente statico, che esista già nella mia testa, che sia aggrappato alla mia idea, che risulti cieco in uno spazio chiuso e circoscritto, come un volume che non cambia. Sono stato di recente a Modena e poi a Rimini. In quelle giornate mi sono predisposto alla noia, mi sono preso il tempo che serviva. Ho capito che noi siamo uguali a tutti i dettagli che vediamo e che ci sembrano da subito più familiari. I dettagli che vedo io sono geometrici, ordinati, perpendicolari e paralleli, simmetrici, armonici. E dentro di loro c’è un caos ultra banale.