Venezia in bianco e nero
Venezia in bianco e nero è ciò che avevo in mente da tempo. Venezia in bianco e nero sembra il set di un film d’essai e la storia è arrivata al punto in cui stanno girando le scene di un flashback. Venezia in bianco e nero è un progetto di luci in cui ci ha lavorato qualcuno bravo e ha messo il sole al posto giusto e nel momento giusto. Qualcuno che sa usare il vento di scirocco, specie in un pomeriggio di sole. Qualcuno a cui piace l’autunno, perché chi l’ha detto che le cose belle succedono solo d’estate? Venezia in bianco e nero è il mare che increspa i canali e sembra una calle asfaltata da un pittore, ma anche la malinconia di un molo su cui dirsi addio, e anche un ponte su cui si aspetta l’amore che sta per passare. Venezia in bianco e nero è un gusto di gelato, prima che arrivi la sera, mentre il nostro eroe esce di casa in una giostra di pensieri e attraversa a piedi un portico di luce al mercato di Rialto. Venezia in bianco e nero è soprattutto vento che all’improvviso soffia da Oriente e spinge il mare sulla laguna fin dal lontano canale di Otranto e così l’acqua dell’adriatico sale lenta tra i palazzi e riconquista infine la sua città. Venezia in bianco e nero è ciò che avevo sperato che fosse.